Al Magnifico Rettore
Al Senato Accademico
Al Consiglio d’Amministrazione
Università della Calabria
Arcavacata di Rende, 6 ottobre 2017
Siamo venuti ad apprendere, con grande sorpresa anche per il medium utilizzato (il resoconto delle adunanze del Consiglio di Amministrazione), della comunicazione del rettore in occasione dell’adunanza del CdA del 13 settembre in merito all’attribuzione della gestione del CAMS al Rettore medesimo e al Direttore generale, con la collaborazione del personale tecnico afferente allo stesso CAMS, in attesa della nomina del nuovo CTS. La comunicazione non è stata preceduta da alcuna comunicazione preventiva al CTS uscente e al suo presidente.
Il modo di operare in tale circostanza è grave per ragioni procedurali e sostanziali:
1) Le procedure.
Il CAMS è un centro di servizio comune la cui fattispecie è normata, principalmente, dagli artt. 69-71 del Regolamento di Ateneo. Il Comitato tecnico-scientifico di questi centri è nominato dal Rettore previa delibera del Consiglio di Amministrazione, sentito il senato accademico. Dunque, il Rettore, essendo trascorso il triennio di carica del CTS uscente, avrebbe dovuto (e non agendo in tal senso è venuto meno ai suoi doveri) portare per tempo il punto “nomina del CTS del CAMS” all’odg del senato accademico e poi, ottenuto il parere di questo organo, replicare nell’odg del CdA il punto in questione. L’assunzione nella propria persona di questa responsabilità lede innanzitutto le prerogative dei due organi collegiali dell’Ateneo, che non sono stati coinvolti (in Senato non se ne è fatta parola e in CdA il punto è stato affrontato nelle “Varie ed eventuali” senza che il CdA producesse alcuna delibera in merito o si esprimesse).
Inoltre, agendo in tal modo si centralizza la gestione del CAMS, eludendo la collegialità, espressa per vincolo normativo dai comitati, che ha dato in questi tre anni risultati di grande qualità, in termini di programmazione, di presenze di pubblico, di riscontri stampa e di “performance” generale. Il CAMS è stato un esempio di gestione collegiale condivisa: il CTS in questi anni ha convocato riunioni di comitato una volta al mese, mettendo sempre al corrente il Rettore dell’odg delle riunioni. Di questi tre anni, in cui ha operato il CTS uscente, abbiamo dato ampio riscontro agli organi di governo d’ateneo, Consiglio d’Amministrazione e Senato Accademico, inviando sistematicamente il materiale di documentazione e la rassegna stampa delle stagioni svolte.
La violazione del Regolamento d’Ateneo, che è un testo normativo emanato dopo l’acquisizione del parere del MIUR, è dunque duplice (riguarda la costituzione del CTS e la conduzione collegiale del centro) e presenta il sembiante dell’abuso.
Aggiungiamo che, essendo il CTS uscente costituito in gran parte da docenti del Dipartimento di Studi Umanistici, la decisione rettorale - la cui forma amministrativa è, ad oggi, ignota - non appare esente dal sospetto di conflitto di interessi, per lo meno di natura contrastiva, dal momento che il Consiglio del Dipartimento di Studi Umanistici ha spesso espresso posizioni critiche nei confronti del Rettore, posizioni rappresentate più volte dal Direttore del Dipartimento, anch’egli membro del CTS del CAMS.
Il sembiante abusivo è rafforzato dal mancato, pur se obbligatorio, passaggio per gli organi collegiali, dall’assenza di motivazioni che non siano quelle di una generica “esigenza di migliorare l’organizzazione dell’intero apparato tecnico e amministrativo del CAMS”.
Questa motivazione, oltre che per nulla argomentata, appare anche difficilmente argomentabile, stanti la mancata segnalazione di ogni forma di doglianza del Rettore medesimo in ordine alle determinazioni del CTS nel triennio precedente e le numerose pubbliche dichiarazioni del Rettore medesimo di apprezzamento nei confronti dell’operato del CAMS di cui recano testimonianze tutte le rassegne stampa.
Ancor più significativa di orientamenti parziali segnati da dispar condicio nel trattamento delle medesime fattispecie appare la comparazione con il comportamento del Rettore in altre analoghe circostanze: i mandati di tutti i CTS e dei presidenti dei centri d’Ateneo giunti a scadenza e non ancora rinnovati sono stati prorogati, di fatto o de iure.
2) La sostanza.
Qual è la logica che presiede a tale posizione del Rettore? Qual è il progetto che la anima? Quali sono le idee che la guidano? Come si può immaginare di governare una struttura come il Teatro Auditorium Unical (con in più due cinema pronti all’inaugurazione), senza le competenze scientifico-culturali necessarie che solo il corpo docente di pertinenza disciplinare può garantire? Come si può immaginare di guidare quell’enorme struttura attraverso le sole competenze tecnico-organizzative che sono, per ragioni evidenti, non adeguate a progettare, guidare e governare un Centro complesso come il CAMS? E come si può immaginare di separare radicalmente una struttura come il TAU, e le attività che vi si svolgono, dalle altre due missioni fondative dell’università, didattica e ricerca? Il Rettore ha contezza di come sono guidate e progettate strutture analoghe, ma ben più piccole rispetto al TAU, di altri atenei (“La Soffitta” dell’Università di Bologna o “Il Palladium” di Roma Tre)? O si vuole ricondurre il complesso del TAU e le sue attività ad una sorta di “Dopolavoro”?
A queste domande chiediamo risposta - a partire dalla necessità che sia immediatamente nominato il nuovo CTS del CAMS secondo il dettato del Regolamento di Ateneo - nella consapevolezza della necessità di condividere con la comunità accademica allargata scelte che riguardano la vita scientifica e la missione formativa dell’ Università estesa all’intero territorio, che a essa guarda come a un riferimento etico e morale.
Cordiali saluti
I componenti del CTS CAMS
Roberto De Gaetano
Carlo Fanelli
Raffaele Perrelli
Bruno Roberti |